Il business plan quale strumento di pianificazione strategica
Dal preciso istante in cui matura un’idea di business, l’imprenditore ha ben chiari quali siano gli obiettivi da raggiungere e quali mezzi utilizzare. Possiede quella che si può definire visione imprenditoriale, cioè quella filosofia di condotta verso il raggiungimento di uno specifico obiettivo che tuttavia è solo una guida strategica e non operativa; anche per questo, spesso, alcune idee imprenditoriali, prevalendo la componente emozionale della visione, non si traducono in successi. Il processo di pianificazione operativa o programmazione, associato ad una attività di controllo, costituisce invece la base di una solida concezione manageriale, reattiva in tutte le attività di previsione, agli stimoli dell’ambiente circostante e oltremodo utile per “visualizzare” i profili di concretezza delle idee, anche perché consente di inserire questi momenti nel contesto dell’organizzazione.
Chi ha intenzione di avviare una attività imprenditoriale, o un nuovo business, deve sempre procedere con molta cautela e oculatezza nel tradurre idee in pratica, per non trovarsi a subire delle conseguenze dannose che potevano essere evitate, o nella peggiore delle ipotesi, che potevano essere previste e considerate usando un corretto processo di pianificazione, programmazione e di controllo. Chi decide di entrare nel campo dell’imprenditoria non può pertanto esimersi dal ragionare in una logica di traduzione operativa in quanto pianificato, in particolare deve:
- Raccogliere le informazioni e i dati necessari per prendere le decisioni corrette
- Individuare gli aspetti critici positivi e negativi dell’attività che si intende avviare
- Valutare i dati e le informazioni raccolte
- Prendere e ponderare le decisioni a lungo termine (o meglio strategiche) e quelle a breve periodo (cioè tattiche e operative), e muoversi in modo che le scelte tattiche siano conformi con quelle strategiche
- Operare correttamente sulla base delle decisioni tattiche prese
- Controllare lo svolgimento delle attività intraprese. Il controllo deve essere effettuato sia a livello operativo sia direzionale sia strategico
Ogni nuova iniziativa imprenditoriale, in mancanza di un’analisi attenta come quella appena evidenziata (la quale consente di avere una guida sistematica e razionale dell’ideazione alla simulazione della realizzazione), potrebbe incontrare difficoltà talvolta insormontabili al punto di essere destinata, come già accennato, all’insuccesso.
Le funzioni del business plan
Il business plan è considerato uno strumento che assolve a due importanti funzioni, all’interno e all’esterno dell’azienda.
All’interno dell’azienda esso svolge un compito informativo e di indirizzo nei processi di decisione.
La funzione esterna del business plan consiste invece nella capacità di convincere gli operatori economici esterni circa la credibilità del business aziendale per l’ottenimento dei fondi necessari all’avvio delle operazioni: non vi è, oggi, istituto di credito che prima di finanziare una azienda in fase di start up, o un nuovo progetto avviata ma che necessita di ingenti investimenti, non richieda la stesura di un business plan.
Un corretto business plan consente inoltre di raggiungere i seguenti obiettivi:
- Grazie alla sua funzione interna di analisi e revisione delle aree inerenti l’impresa, aiuta l’imprenditore a una piena comprensione del business: la visione imprenditoriale diventa chiara, le strategie sono esplicate, il piano operativo risulta coerente con gli obiettivi perseguiti e l’attività a consuntivo diventa facilmente monitorata attraverso la determinazione degli scostamenti dalle previsioni
- Le proiezioni economico-finanziarie consentono di valutare la redditività attesa dell’iniziativa e, in definitiva, la capacità del progetto di remunerare adeguatamente i capitali di finanziamento richiesti
- La completa analisi della situazione finanziaria corrente dell’impresa e la definizione della natura dell’attività esercitata consentono di indirizzare l’imprenditore verso la scelta del canale e della tipologia di finanziamento più appropriati in relazione alla destinazione che assegnerà alle risorse affluite
Un buon business plan deve essere accurato, preciso e puntuale. Non troppo “appariscente” e non utilizzare frasi del tipo: “può darsi …”, “probabilmente”, “forse”. E’ indispensabile mettere in evidenza le ipotesi su cui si fonda il piano e servirsi di fonti esterne e indipendenti per sostenere quanto si vuole affermare.
La struttura del business plan
Il piano si struttura di tre macro aree:
- Parte introduttiva
- Parte tecnico-operativa
- Parte economico finanziaria
Di seguito si passa all’analisi delle singole parti del documento suddivise in ulteriori fasi.
- Executive summary
- Analisi dell’azienda
- Piano di management
- Descrizione del business (con analisi di prodotto / mercato – del settore – strategie aziendali)
Il piano operativo
Completa la presentazione e l’analisi dello studio sulla propria offerta, sul settore e sulle strategie, il piano d’impresa deve ora abbandonare la dimensione strategica per passare alla dimensione “operativa”. Quindi i temi saranno:
- La localizzazione
- La produzione
- La logistica
- Il piano marketing
Le fonti di finanziamento
In questa sezione l’imprenditore deve esporre le forme di finanziamento di cui intende avvalersi per sostenere l’attività (o il business).
A tal fine occorre valutare:
- Il capitale investito
- Le fonti finanziarie per sostenere il business
- Fonti interne
- Fonti esterne
Infine bisogna determinare anche il piano di ammortamento e remunerazione del capitale.
I prospetti di sintesi
Nel processo di redazione del business plan un’attenzione particolare è rivolta alla valutazione economico-finanziaria del progetto imprenditoriale. Gli strumenti impiegati per le analisi prospettiche sono: lo stato patrimoniale previsionale, il conto economico previsionale e il prospetto di cash flow previsionale.
Stato patrimoniale previsionale. E’ un documento che esprime l’entità e la composizione del patrimonio. Esso è composto dalle sezioni “attivo” e “passivo”.
Conto economico previsionale. E’ un documento composto da costi e ricavi ipotizzati generati, giungendo alla formazione del risultato d’esercizio.
Cash flow previsionale. Contiene il flusso di risorse finanziarie prodotto dall’attività di impresa. Nella fase di start up è presumibile che questo documento evidenzi un fabbisogno di extra-finanziamenti per sopperire ai flussi di cassa negativi generati dalla gestione caratteristica.
Note metodologiche per la redazione di un business plan
I piani di impresa tendono a caratterizzarsi per una formale standardizzazione. Nello specifico i contenuti di un business plan possono sintetizzarsi nell’accorpamento metodologico di una serie di sezioni, tra le quali sono imprescindibili:
- L’executive summary
- Il company profile or project profile
- Il mercato e l’ambiente competitivo
- Le proiezioni economiche e finanziarie
- Gli indici e le valutazioni
I contenuti sopra esposti possono variare sia nei punti sia nella profondità delle informazioni riportate. E’ oltremodo evidente che l’area commerciale e quella produttiva saranno comunque chiamate a svolgere un ruolo di primario peso nella elaborazione.