ESG principi e fondamenti

ESG è un acronimo che sta per Environment, Social, e Governance, ovvero i 3 Pilastri della sostenibilità per l’Unione Europea: i tre fattori fondamentali per verificare, misurare e sostenere l’impegno in termini di sostenibilità di una impresa o di una organizzazione.

Nello specifico la definizione di ESG si concretizza in un insieme di criteri a cui si devono ispirare le operations di un’azienda. Si tratta di criteri che sono utilizzati dagli investitori, in una prima fase dagli investitori socialmente consapevoli e oggi dagli investitori in generale, per valutare e selezionare i potenziali investimenti.

Questi criteri si esplicitano meglio come di seguito, il significato di ESG è il seguente:

  • “E” di Environment: sono criteri ambientali e valutano come un’azienda si comporta nei confronti dell’ambiente nel quale è collocata e dell’ambiente in generale.
  • “S” di Social: sono criteri relativi all’impatto sociale ed esaminano l’impatto e la relazione con il territorio, con le persone, con i dipendenti, i fornitori, i clienti e in generale con le comunità con cui opera o con cui è in relazione.
  • “G” di Governance infine riguarda i temi di una gestione aziendale ispirata a buone pratiche e a principi etici, in questo ambito i temi sotto esame riguardano le logiche legate alla retribuzione dei dirigenti, il rispetto dei diritti degli azionisti, la trasparenza delle decisioni e delle scelte aziendali, il rispetto delle minoranze.

I criteri ESG sono importanti perché consentono di ricondurre a criteri di misurazione oggettivi e condivisi anche le attività ambientali, sociali e di governance.

Nuova CSRD

NUOVA CSRD (Corporate Social Responsability Directive,
Direttiva sulla responsabilità Sociale di Impresa) dell’UNIONE EUROPEA

  • Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale UE il 14/12/22, in vigore dopo 20 giorni
  • Gli stati membri hanno 18 mesi per recepire la direttiva nelle loro legislazioni.
  • Introduce la RESPONSABILITA’ DELL’IMPRESA SULLA SOSTENIBILITA’ DELLA PROPRIA FILIERA: essa include il principio che le Aziende sono responsabili dell’impatto in termini di EMISSIONI DI CO2 complessive della propria catena di fornitura, e delle azioni intraprese per identificare e monitorare tali impatti:

    Articolo 29 bis Rendicontazione consolidata di sostenibilità:
    “[Le Aziende obbligate alla rendicontazione di sostenibilità inseriscono in essa] informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto del gruppo sulle questioni di sostenibilità, inclusa una descrizione dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività del gruppo e alla sua catena del valore, compresi i suoi prodotti e servizi, i suoi rapporti commerciali e la sua catena di fornitura, delle azioni intraprese per identificare e monitorare tali impatti, etc.”

Questo significa che, a partire dalla Pubblica Amministrazione, dalle Grandissime Imprese, passando poi alle Grandi imprese, PMI etc… il comportamento d’acquisto delle Aziende muterà: verranno privilegiati gli acquisti da AZIENDE DECARBONIZZATE o con BASSO IMPATTO di CO2, anche a scapito della convenienza economica.

CFO: SCOPE 3

SCOPE 3, ovvero una delle componenti del calcolo della CARBON FOOTPRINT di ORGANIZZAZIONE, include tutte le EMISSIONI CO2 derivanti da tutti i beni e servizi acquistati dall’Azienda, ovvero le EMISSIONI DI CO2 della propria CATENA DI FORNITURA (dette anche EMISSIONI INDIRETTE ALTRE)

Ciò significa che le EMISSIONI CO2 della mia Azienda vanno ad essere considerate nel calcolo della CARBON FOOTPRINT di ORGANIZZAZIONE dei miei Clienti, e così via.

Ciò modificherà i COMPORTAMENTI DI ACQUISTO delle Aziende che vogliono DECARBONIZZARE, che tenderanno ad acquistare da Fornitori DECARBONIZZATI, eventualmente anche spendendo di più.

Bilancio di sostenibilità

COS’E’:
Il Bilancio di sostenibilità è un documento rivolto a tutti gli stakeholder, o portatori d’interesse verso l’azienda, che comunica gli impegni e i risultati presi nell’ambito della Responsabilità d’Impresa o “Corporate Social Responsibility” (CSR), ovvero rispetto ai temi descritti dai 3 PILASTRI DELLA SOSTENIBILITA’ (E-S-G: Environment-Social-Governance).
I portatori d’interesse (stakeholders) sono tutti quei soggetti interessati alle attività di quella determinata azienda: i dipendenti, i fornitori, gli azionisti, i potenziali investitori, i clienti, i media, le autorità e le associazioni presenti sul territorio.
Il Bilancio di sostenibilità viene pubblicato una volta all’anno, di solito contemporaneamente alla redazione del Bilancio Finanziario. Generalmente è redatto secondo linee guida e standard di rendicontazione, tra i quali i più diffusi sono quelli predisposti da Global Reporting Initiative (GRI).
Nel maggio 2020 Confindustria ha pubblicato “Le linee guida alla rendicontazione non finanziaria per le Pmi“, un documento che rappresenta una bussola per le Pmi che intendono avvicinarsi volontariamente al tema della rendicontazione delle informazioni relative alla sostenibilità.
PER CHI È OBBLIGATORIO: – OGGI:
o Attualmente nel mondo delle aziende profit, il BILANCIO di sostenibilità deve essere presentato per legge (direttiva n. 95 del 2014, ovvero 2014/95/UE) solo dalle aziende quotate in borsa e da quelle di grandi dimensioni appartenenti al settore bancario/assicurativo.
o Per “grandi dimensioni” si intendono aziende che possiedono entrambe le seguenti caratteristiche:
– più di 500 lavoratori
– totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore a 40 milioni di euro o, in alternativa, totale dello stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro.

Per approfondire queste tematiche fondamentali invia una mail info@gianlucafontanella.com

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