Cos’è e come funziona il crowdfunding
Per capire in cosa consiste il crowdfunding possiamo partire dall’etimologia del termine, di derivazione inglese, che rappresenta l’unione delle parole crowd (folla) e funding (finanziamento). Si tratta quindi di un finanziamento di massa che ai giorni nostri si muove attraverso appositi portali online.
Perché scegliere il crowdfunding?
Il crowdfunding dunque non è una colletta, ma una raccolta con un obiettivo chiaro e preciso e riesce a coinvolgere una grande platea di persone attraverso il web. I numeri di tale fenomeno sono così interessanti da incuriosire start up e PMI. Ma perché sceglierlo?
È una soluzione di finanziamento conveniente. È ovvio che una giovane impresa non abbia a disposizione un grande capitale, di conseguenza risulta difficoltoso accedere ad un qualsivoglia finanziamento bancario. Il crowdfunding offre la possibilità di rendere valida un’idea prima che il prodotto o il servizio sia immesso nel mercato trovando in futuro una clientela disposta all’acquisto.
Non solo, grazie al crowdfunding è possibile trovare gli investitori utilizzando piattaforme che promuovono i progetti anche oltre le frontiere, al di fuori dai confini nazionali.
Quante forme di crowdfunding esistono?
- Equity Based. Consente, attraverso portali online specificamente autorizzati da Consob, di acquistare azioni o quote di società di capitali in un contesto controllato. I crowdfunders possono entrare a far parte della compagine societaria degli emittenti.
- Donation Based. Qui si porta avanti una causa meritevole e le donazioni vengono fatte senza alcune ricompensa. Si tratta quindi, per la maggior parte, di iniziative di beneficienza.
- Lending Based. È un prestito che viene erogato dagli utenti all’impresa, la quale restituirà l’intero importo più una quota di interessi. Gli investitori sono ripagati del loro investimento nel tempo. Una vera e propria alternativa al credito bancario. In Italia il modello del lending-based crowdfunding è utilizzato soprattutto nei servizi finanziari offerti a clientela con basso grado di solvibilità.
- Reward Based. Si tratta di una modalità di sostegno connessa ad una specifica ricompensa. Gli investitori in questo caso vengono premiati proporzionalmente al capitale versato. Il reward-based crowdfunding rappresenta il modello più conosciuto ed utilizzato.
- Pre-Purchase Model. È una sorta di evoluzione del modello reward-based. Questo tipo di crowdfunding prevede che al finanziatore potrà essere attribuito eventualmente il diritto di opzione all’acquisto di quote o azioni.
Come organizzare una campagna di crowdfunding
Prima di procedere alla progettazione di una campagna di crowdfunding è necessario fare delle fondamentali considerazioni. Trattandosi di una raccolta di capitali realizzata sul web, l’azienda che desidera usufruirne, deve disporre di ottimi canali di comunicazione digitale per valutare la propria presenza sul web e quindi avere un sito web aggiornato, dei social media attivi, una buona strategia editoriale.
Ecco allora come pianificare una buona campagna di crowdfunding in 4 mosse:
- Calcolare l’obiettivo economico di raccolta
- Definire il budget
- Stabilire la durata della campagna (non meno di 60 giorni e non più di 180)
- Definire la ricompensa e i materiali che bisogna produrre per coinvolgere i donatori.
L’Italia, a differenza di altri Paesi, ha elaborato una specifica normativa per l’equity crowdfunding. Si tratta del decreto legge 179/2012 il quale prevede che possono accedere alle risorse del crowdfunding solo le start up più innovative. Queste ultime, a tale scopo, possono servirsi di specifici portali online che a loro volta devono rispondere ad altrettanto specifici requisiti e operano sotto il controllo della Consob, in modo da garantire la massima trasparenza e affidabilità.
I 5 consigli essenziali per una campagna di crowdfunding
- È molto importante la scelta della piattaforma, che deve essere in linea con le esigenze dell’organizzazione. Alcuni aspetti da tenere in considerazione: se la piattaforma rilascia i contatti dei donatori e se questo comporta costi aggiuntivi, quali condizioni prevede, quanto supporto tecnico e creativo viene prestato nella realizzazione della campagna;
- Lo strumento è di solito più efficace se ha una durata ben precisa, se ha un chiaro inizio e un termine. Questo aiuta a battere i tempi con i donatori, verso il raggiungimento dell’obiettivo economico. Una misura ragionevole potrebbe essere di circa 3 mesi, poi chiaramente dipende da molteplici fattori (qual è l’investimento in termini di risorse umane che ci lavorano, quanto si vuole raccogliere, ecc…);
- In un’ottica di maggiore efficacia è consigliabile avere un obiettivo di raccolta fondi. Questo aiuta nel coinvolgimento e nel senso di aggregazione che porta al raggiungimento di un risultato da parte di un gruppo. L’aspetto difficile è fissare un obiettivo ragionevole, che non sia irrealistico, ma nemmeno troppo prudente. Per fissare l’obiettivo è importante tenere conto di almeno un paio di cose: siamo online e la donazione media è inferiore rispetto all’offline. In secondo luogo è importante “mappare” la propria community online e offline per capire su quale capitale relazionale si può contare nella sollecitazione delle donazioni;
- Le campagne di crowdfunding funzionano se c’è una puntuale pianificazione di strumenti che prevedano attività di sollecitazione sia online che offline. Online possiamo contare su emailing e coinvolgimento attraverso i propri social media. Offline invece possiamo organizzare eventi (di intrattenimento, di spettacolo o sportivo) in cui si raccolgono fondi per contribuire al progetto.
- Organizzate una rete di personal fundraiser. Individuate nella vostra community dei volontari che ci mettano la faccia e diventino fundraiser. Questi sono già vostri donatori di tempo e si mettono a disposizione della campagna sollecitando le loro relazioni. Questo vi permette di allargare il giro delle persone, raccogliere più fondi, e raggiungere donatori che non sareste riusciti a contattare altrimenti.
VANTAGGI DEL CROWDFUNDING
Il Crowdfunding è un modo (relativamente) semplice, ma né tradizionale né convenzionale, per raccogliere fondi senza alcun costo associato. Le banche, commerciali o di investimento, sono spesso riluttanti a finanziare le startup a causa dei rischi finanziari che comportano.
Se sfruttato in maniera corretta e intelligente, il Crowdfunding può servire come strumento di marketing. Dal momento che gli investitori scelgono di supportare un determinato progetto e dal momento che è in gioco il loro capitale, è molto probabile che questi pubblicizzino il prodotto, seppur non direttamente. Infatti, l’ unico obiettivo che hanno è che l’attività sia redditizia.
SVANTAGGI DEL CROWDFUNDING
Come ogni cosa, anche il Crowdfunding ha i suoi svantaggi. Quello principale è non riuscire ad ottenere uno spazio su una piattaforma di Crowdfunding per far decollare il proprio progetto. Ebbene sì, anche se nel mondo del Crowdfunding non bisogna imbattersi in faccende burocratico-legali, bisogna invece scontrarsi con la crescente concorrenza e aumento di startup.
In seconda battuta, le piattaforme di Crowdfunding impongono un limite di tempo per raccogliere fondi. Se non si riesce a raccogliere fondi durante il tempo assegnato, tutto il denaro raccolto verrà restituito agli investitori.
Inoltre, in quanto gli investitori finanzieranno la maggior parte del progetto, si rischia poi di non essere autonomi nelle decisioni come ci si aspettava inizialmente.
Vantaggi del crowdfunding per una non profit
Non tutte le organizzazioni non profit possono contare da subito su grandi donatori. La maggior parte ha però un grande capitale di fiducia diffusa o un patrimonio di relazioni da attivare. Il crowdfunding può renderlo concreto. Anche una piccola organizzazione può lanciare una campagna crowdfunding che, senza elevati investimenti, la porta a raccogliere cifre significative. Può essere utile soprattutto per quelle organizzazioni medio-piccole che operano a livello locale, perché spesso in quei contesti l’integrazione offline e online è più sviluppata in particolare in concomitanza di eventi sportivi.
Potrebbe accadere che…
- l’obiettivo di raccolta fondi individuato si riveli sbagliato, se non l’avete raggiunto è importante capire il perché e aggiustare il tiro per le volte successive. Potenziate la fase di programmazione: tenete maggior conto delle relazioni che potete attivare, ed elaborate una strategia più sostenibile rispetto alle forze che potete mettere in campo.
- monitorando il raggiungimento del risultato vi rendiate conto che rispetto al tempo residuo siete indietro sulla tabella di marcia: niente panico! Mettetevi step intermedi di raggiungimento a cadenza settimanale, condividete con la vostra community, rilanciate l’attività sui personal fundraiser e cercate di ingaggiarli in nuove possibili iniziative che utilizzino messaggi video o testimonianze per veicolare maggiori contenuti ed essere quindi più efficaci.
- la vostra community non sia molto abituata a donare online: organizzate strumenti di raccolta fondi offline e prima di iniziare verificate che la piattaforma includa e possa ricevere anche bonifici.
- la campagna venga lanciata con nessuna donazione iniziale. Questo non va bene! È sempre bene lanciare la campagna sul grande pubblico con già alcune donazioni raccolte, e perché non iniziare proprio chiedendo ai membri del CdA o del Consiglio Direttivo?
Crowdfunding immobiliare
Per aprire a tutti il mondo degli investimenti “nel mattone” è nato il crowdfunding immobiliare (o real estate crowdfunding). Tradizionalmente gli investimenti in immobili sono accessibili a una parte limitata della popolazione. Il motivo non è difficile da capire: richiedono, per loro stessa definizione, di immobilizzare risorse consistenti in termini di capitale e, in un secondo momento, hanno bisogno di una gestione attiva dell’immobile che assorbe tempo e risorse (si pensi alle imposte e alla manutenzione). Inoltre un investimento immobiliare è caratterizzato da bassa liquidità e una limitata possibilità di diversificazione. Il crowdfunding immobiliare consente invece potenzialmente a tutti il “piacere” (e le opportunità) degli investimenti immobiliari. Un fenomeno nato nel 2012 negli Stati Uniti, che in tutto il mondo vale circa 20 miliardi di euro. E che da qualche anno è arrivato anche in Italia.
Che cos’è il crowdfunding immobiliare e come si fa
Si tratta di una modalità innovativa che permette a vari investitori di partecipare al finanziamento di un progetto immobiliare in ambito residenziale o commerciale, in cambio di una remunerazione del capitale, attraverso il crowdfunding. Il progetto è relativo all’acquisto di un immobile, affinché sia messo a reddito, o alla ristrutturazione di una proprietà immobiliare (che pure sarà messa a reddito o venduta maturando una plusvalenza), o allo sviluppo di un progetto greenfield. L’oggetto dell’investimento può essere anche un’infrastruttura.