La blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) è una tecnologia di condivisione che permette lo stoccaggio e la trasmissione di informazioni o di transazioni. Concretamente si tratta di un registro dei conti – un registro digitale – che contiene la lista di tutti gli scambi effettuati tra gli utenti dal momento della sua creazione. Sicura e impossibile da manomettere, la blockchain funziona con un database mondiale condiviso tra diversi utenti che affidano tutte le transazioni tra i vari partner.
Ogni utente può, in ogni momento, grazie ad un sistema crittografico, verificare la validità di tutte le informazioni, aggiungere dati e registrare una transazione. Una volta iscritta nella catena, la transazione non può più essere eliminata, ma resta aperta e consultabile da parte di tutti i membri. La tecnologia elimina dunque tutti gli intermediari negli scambi. La blockchain può essere utilizzata per i trasferimenti di fondi, di attivi, di voti o di azioni. Può inoltre essere utilizzata come registro per assicurare la tracciabilità di uno scambio. La sua più celebre applicazione è la cripto valuta bitcoin, ma anche l’economia della condivisione, come per Airbnb o Uber.
I vantaggi della Blockchain
Un’impresa è un anello di una catena. Riceve merce dai fornitori, crea prodotti da trasferire ad altre aziende o da vendere ai clienti. La Blockchain è in grado di certificare la provenienza e le caratteristiche di un prodotto. I partner industriali sono così in grado di verificarle. Il vantaggio è triplice. Non c’è solo la tranquillità di avere una filiera trasparente: c’è anche il risparmio di tempo (visto che il sistema di controlli si sveltisce) e di denaro. La velocità efficienta i processi e limita gli sprechi. Secondo un’analisi di Capgemini, ad esempio, la tracciabilità più efficace offerta dalla Blockchain permetterebbe alle imprese americane di risparmiare 8 milioni di dollari legati agli oneri dovuti al ritiro di prodotti difettosi.
Dalla produzione al commercio
La Blockchain non è una garanzia assoluta. È vero che, una volta registrati dalla “catena” digitale, i dati non sono modificabili. Ma è anche vero che resta la possibilità di manovre poco trasparenti nella fase di inserimento delle informazioni. Per produttori, intermediari e clienti, conoscere l’integrità della filiera è un elemento decisivo. Tra gli effetti positivi c’è quindi la lotta alla contraffazione, sia offline che sulle piattaforme digitali. La combinazione con l’IoT potrebbe accelerare tutte le operazioni che implicano uno scambio di merce e denaro. Merito dei cosiddetti smart contract, cioè “contratti intelligenti” scritti come un codice informatico che applica in autonomia (senza intervento umano) le clausole che contiene. Niente firme, ricevute, documenti da compilare. Sveltire procedure di questo tipo conviene alla piccola aziende come al gigante industriale. Lo scorso gennaio, ad esempio, l’olandese Louis Dreyfus Company e la cinese Shandong Bohi Industry hanno concluso la prima transazione di commodity agricole interamente su Blockchain. La merce è partita dagli Stati Uniti ed è arrivata in Cina. Le società hanno scambiato in modo digitale contratti di vendita, verificato le certificazioni e controllato carico e scarico. Risultato: la durata delle operazioni si è ridotta di cinque volte ed è stata monitorata in tempo reale, riducendo rischi di frode e accorciando la filiera degli intermediari.
Le prospettive future
Ma cosa si aspettano le imprese dalla Blockchain? Capgemini ne ha intervistate 731. L’89% si aspetta un risparmio sui costi, otto su dieci di migliorare la tracciabilità e trasparenza. Ma sono molte le speranze legate ad aumento dei ricavi (57%), riduzione dei rischi (50%), la creazione di nuove opportunità di business (44%) e maggiore attenzione al cliente (38%). Manca ancora uno storico che certifichi la redditività di investimenti di questo tipo e la Blockchain deve ancora affrontare sfide tecnologiche e normative. Di sicuro, però, le risposte date dalle imprese suggeriscono che non si tratta solo di propositi ma anche di investimenti. Secondo Gartner, oggi il 5% delle imprese che fatturano oltre 5 miliardi di dollari ha già avviato progetti di Industria 4.0che coinvolgono la Blockchain. Saranno il 30% entro il 2023. Nel 2025 la tecnologia nata con bitcoin muoverà 176 miliardi di dollari, che schizzeranno a oltre 3000 miliardi entro il 2030.
Blockchain come database di transazioni
La blockchain è una tecnologia che permette la creazione e gestione di un grande database distribuito per la gestione di transazioni condivisibili tra più nodi di una rete. Si tratta di un database strutturato in Blocchi (contenenti più transazioni) che sono tra loro collegati in rete in modo che ogni transazione avviata sulla rete debba essere validata dalla rete stessa nell’”analisi” di ciascun singolo blocco. La blockchain risulta così costituita da una catena di blocchi che contengono più transazioni ciascuno. La soluzione per tutte le transazioni è affidata ai Nodi che sono chiamati a vedere, controllare e approvare tutte le transazioni creando una rete che condivide su ciascun nodo l’archivio di tutta la blockchain e dunque di tutti i blocchi con tutte le transazioni. Ciascun blocco è per l’appunto anche un archivio per tutte le transazioni e per tutto lo storico di ciascuna transazione che, possono essere modificate solo con l’approvazione dei nodi della rete. Le transazioni possono essere considerate immodificabili (se non attraverso la riproposizione e la “ri”-autorizzazione delle stesse da parte di tutta la rete). Da qui il concetto di immutabilità.
Blockchain come evoluzione del concetto Ledger (Libro Mastro)
La blockchain è la realizzazione del Distributed Ledger, come evoluzione dal Centralized Ledger, Decentralized Ledger sino al Distributed Ledger.
Centralized Ledger
La logica centralizzata è rappresentata dal tradizionale Centralized Ledger con un rapporto rigorosamente centralizzato Uno-A-Tanti, dove tutto deve essere gestito facendo riferimento ad una struttura, autorità o sistema centralizzato.
Nel Centralized Ledger la fiducia è nell’autorità, nell’autorevolezza del soggetto o sistema che rappresenta il “Centro” dell’organizzazione.
Decentralized Ledger
Il Decentralized Ledger ripropone la logica della centralizzazione a livello “locale” con “satelliti” organizzati a loro volta nella forma di Uno-A-Tanti che si relazionano a loro volta in una forma che ripete il modello Uno-A-Tanti. Non c’è più un “grande” soggetto Centrale bensì tanti “soggetti centrali”. La fiducia anche in questo caso è delegata ad un soggetto centrale, logicamente più vicino, ma comunque centralizzato.
Le organizzazioni basate su Decentralized Ledger definiscono una Governance che stabilisce delle forme di coordinamento di tipo centralizzato.
Distributed Ledger
Il vero cambiamento è rappresentato dal Distributed Ledger, ovvero da una reale e completa logica distribuita dove non esiste più nessun centro e dove la logica di governance è costruita attorno ad un nuovo concetto di fiducia tra tutti i soggetti. Nessuno (ma proprio nessuno) ha la possibilità di prevalere e il processo decisionale passa rigorosamente attraverso un processo di costruzione del Consenso. Centralized Ledger, Decentralized Ledger, Distributed Ledger
La blockchain come database per transazioni crittografate
La Blockchain è un grande database per la gestione di transazioni crittografate su una rete decentralizzata di tipo peer-to-peer che dà il nome ad una nuova piattaforma tecnologica, che permette di ridefinire e reimpostare il modo in cui creiamo, otteniamo e scambiamo valore. La Blockchain sta facendo con le transazioni quello che Internet ha fatto con le informazioni e lo sta facendo grazie ad un processo che unisce sistemi distribuiti, crittografia avanzata e teoria dei giochi.
La blockchain come registro pubblico aperto a tutti
La blockchain è un database decentralizzato che archivia asset e transazioni su una rete di tipo peer-to-peer. È un Registro pubblico per la gestione di dati correlati alle transazioni presenti nei blocchi e gestite tramite crittografia dai partecipanti alla rete che verificano, approvano e successivamente registrano tutti i blocchi con tutti i dati di ciascuna transazione su tutti i nodi. La stessa “informazione” è dunque presente su tutti i nodi e pertanto diventa immodificabile se non attraverso una operazione che richiede l’approvazione della maggioranza dei nodi della rete e che in ogni caso non modificherà lo storia di quella stessa informazione.
La blockchain non è una applicazione, non è un sistema, non è una tecnologia. La blockchain è un nuovo paradigma per la gestione delle informazioni che permette di garantire la reale immutabilità dei dati perché in grado di garantire e certificare la storia completa di tutti i dati e di tutte le operazioni collegate a ciascuna transazione.
La blockchain per le aziende: registrare le informazioni di prodotto
Uno degli utilizzi più semplici della blockchain per le aziende è quello di archiviare le informazioni sui prodotti. Immaginiamo per esempio lo scenario in cui un macchinario, o più in generale un prodotto, riceva nel corso della propria vita interventi di manutenzione, estensioni di garanzia e sostituzione di ricambi. Tutto questo può essere registrato all’interno della blockchain, costituendo un’identità digitale di ogni singolo prodotto.
Tutto sommato questo non è diverso da quello che viene fatto dai software CRM, ma consideriamo l’aspetto realmente dirompente della blockchain: il fatto che le informazioni contenute all’interno sono certe e immutabili. Questo significa che, per esempio nel caso sia necessario certificare un intervento, offrire servizi in garanzia o anche rivendere il macchinario, tutta la sua storia di prodotto è registrata in modo certificato e condiviso.
Questo significa quotazioni più certe, interventi più mirati e in generale raggiungere un livello di specificità impossibile con le soluzioni tradizionali.
Se poi si lavora in un contesto di industria 4.0, queste informazioni possono essere usate dall’intera filiera, per esempio per ricevere in modo proattivo interventi di assistenza, pezzi di ricambio e così via. Questo ci porta direttamente al secondo punto.
Gli smart contract sono il futuro anche per la manutenzione
Chiunque lavori in azienda ha provato almeno una volta nella propria vita a essere bloccato da questioni burocratiche o amministrative. Quando questo coinvolge la manutenzione o la gestione della filiera, ogni ritardo può comportare perdite economiche anche considerevoli.
D’altro canto, abbiamo visto come la manutenzione predittiva possa risolvere il problema dei fermi macchina improvvisi o dei guasti. Ma come conciliare la richiesta di tempestività tipica del digitale avanzato con la burocrazia interna? Gli smart contract possono essere una soluzione. Per esempio, un macchinario può generare automaticamente una richiesta di servizio, di manutenzione o sostituzione, e questa può generare automaticamente uno smart contract verso il fornitore, posto che le filiere a monte siano opportunamente coordinate.
A questo punto il tutto può avvenire praticamente senza intervento umano, o con la sola supervisione.
Sempre appoggiandosi alla filosofia di base della blockchain di avere una source of trust condivisa in premessa, utilizzare gli smart contract rende molto più semplici anche le riconciliazioni contabili, sia nel caso delle normali procedure (per esempio è possibile sapere in secondi lo stato di completezza di una fornitura) sia nel caso di possibili contenziosi. Qualora si presentassero infatti è sufficiente interrogare la blockchain per dirimere immediatamente qualsiasi dubbio e verificare l’autenticità e la completezza dei documenti.
Tracciabilità dei prodotti: affidabilità senza precedenti
Come ormai dovrebbe essere chiaro, i principali vantaggi delle tecnologie basate su blockchain si ottengono quando si varcano i confini del digitale per ritornare nel mondo fisico. Uno dei temi più interessanti da questo punto di vista è l’uso della blockchain nel campo della tracciabilità dei prodotti. La possibilità di registrare qualsiasi tipo di movimentazione permette per esempio di consentire una lettura rapida e completa di tutto il processo di un singolo prodotto, potenzialmente risalendo fino alle materie prime. Abbiamo già accennato come, nel caso di prodotti industriali, si possa applicare questo principio anche alla gestione della garanzia, mentre nel campo dei prodotti per i privati può essere usato, per esempio, come strumento anti contraffazione, per la tutela della proprietà intellettuale e industriale e così via. Per esempio, Bernstein ha realizzato un servizio web che permette di registrare in blockchain una proprietà intellettuale per certificarne l’esistenza, la proprietà e l’uso lecito.
Molto presto ogni prodotto potrebbe avere una “etichetta” digitale che dimostra e certifica, per esempio, l’uso di fonti sostenibili, i brevetti utilizzati e la loro legittimità. Chi ancora ha dubbi sull’efficacia di questa tecnologia può prendere ad esempio il boom del mercato NFT, la cui tecnologia permette di provare l’autenticità delle opere digitali in modo inedito per la storia della tecnologia.
La blockchain utilizzata anche dai governi
Anche i governi stanno scoprendo come utilizzare la tecnologia blockchain per migliorare la riscossione delle imposte e le relazioni con i contribuenti. Ogni giorno sembra portare cambiamenti nella tassazione indiretta in tutto il mondo. Finora, i vantaggi della blockchain sono stati raccontati dal punto di vista delle aziende e dei consumatori.
Ma esistono casi d’uso altrettanto convincenti per i governi e le autorità fiscali globali. Le agenzie governative svolgono un ruolo guida nello sviluppo della piattaforma blockchain nel tentativo di promuovere le loro politiche e migliorare il rapporto con i cittadini.
Ad esempio, la blockchain può essere utilizzata per aumentare la capacità delle autorità fiscali di prevenire le frodi. Mentre le imposte indirette fanno parte della vita quotidiana nella maggior parte dei Paesi, la blockchain potrebbe offrire il potenziale per ridurre significativamente il tax gap in tale ambito. Come?
Generando uno strumento di controllo a fini fiscali quasi completo da utilizzare per monitorare i flussi che viaggiano con e sulle catene di approvvigionamento delle imprese. Insomma, diventerebbe molto più difficile nascondere le transazioni o creare false fatture in quanto le autorità fiscali potrebbero osservare tutte le attività lungo una catena di valore, tutte le vendite e gli acquisti e a quali prezzi.
Dubbi e criticità
Nell’adozione della blockchain vi sono spazi anche per i dubbi. Quello che più non convince la nostra società X è il seguente: la necessità di valutare in che modo la blockchain potrebbe influire sulla funzione fiscale dell’azienda.
Infatti, potrebbe portare a una maggiore efficienza e sicurezza, ma anche a un maggiore controllo da parte delle autorità in futuro. Se la blockchain assicura che i dati non possano essere manomessi e promette vantaggi immediati come l’ottimizzazione dei processi, la trasparenza e il controllo riducendo di fatto anche i costi operativi, il medesimo strumento potrebbe però anche offrire un’autostrada più sicura e certa per le autorità fiscali impegnate in controlli e verifiche.
Antidoto ai cyber-attacks
I registri ridisegnati dalla blockchain sono intrinsecamente più difficili da attaccare perché, per avere successo, un attacco informatico dovrebbe attaccare ogni copia dei dati contemporaneamente. Nonostante la sua apparente complessità, una blockchain è solo un altro tipo di database per la registrazione delle transazioni, che viene copiato su tutti i computer di una rete partecipante.
Le singole transazioni (blocchi unici) sono costituite da:
– l’intestazione, che include metadati, come un numero di riferimento del blocco univoco, l’ora in cui il blocco è stato creato e un collegamento al blocco precedente;
– il contenuto, che di solito è un elenco convalidato di risorse digitali e istruzioni, come le transazioni effettuate, i loro importi e gli indirizzi delle parti in tali transazioni. In questo tipo di database sicuro e condiviso, i partecipanti hanno le proprie copie dei dati memorizzati.
La crittografia avanzata garantisce che le transazioni possano essere avviate solo da parti certificate, che le modifiche siano validate collettivamente dai partecipanti e che i risultati del sistema siano immediati, accurati e irrevocabili. Un database blockchain, quindi, è un libro mastro digitale che conserva la cronologia completa di tutte le risorse e istruzioni eseguite sin dall’inizio, rendendo i suoi dati verificabili in modo indipendente. Tradotto, un elevato livello di sicurezza informatica.